Venerdì 15 Febbraio 2013 alle ore 21:30, uno dei film più emozionanti della stagione cinematografica 2012 “La guerra è dichiarata” di Valerie Donzelli

la-guerra-è-dichiarata-poster-locandina-franceseVenerdì 15 Febbraio  proietteremo  “La guerra è dichiarata”, uno dei capolavori della stagione cinematografica 2012, ucito nelle sale italiane da pochissimi mesi, diretto, scritto e interpretato da Valerie Donzelli.

Un film stupendo, intenso, ironico, struggente, considerato unanimemente dalla critica internazionale, tra i più belli della stagione cinematografica 2012. È stato nominato come miglior film straniero francese nell’84ª edizione della cerimonia degli Oscar.

 

 

TRAILER:

TRAMA:

Romeo e Juliette si sono incontrati ad una festa in un locale, si sono innamorati e hanno concepito un bel bambino, Adam, che a 18 mesi ha sviluppato un tumore al cervello, in una forma delle più aggressive. Si può pensare che Rome e Juliette non si chiamino così per caso e che quella a cui siamo invitati ad assistere sia una tragedia, ma non è così. Perché i due giovani genitori affrontano la dolorosa lotta contro il male e contro il destino con il sorriso sulle labbra, un’energia senza posa, una determinazione senza pari e un amore contagioso.

RECENSIONE:

La guerre est déclarée è allora un film che non si nasconde, che prende coraggiosamente i suoi rischi, insieme libero e controllato, che non teme di suonare sfacciato, mescolando ingenuità e calcolo. La lucidissima Donzelli – che lo gira come fosse un documentario, con una fotocamera Canon – mette in gioco le emozioni senza vergogna (quel correre disperato nella corsia dell’ospedale), si muove su un crinale pericolosissimo ad alto rischio di kitsch & sentimentalismo, ma tenendo la barra dritta: felice di uno stile pop, vivace e fantasioso e, in fin dei conti rigorosissimo, la regista riesce sia nell’impresa ardua di non umiliare il risvolto intimistico e la sostanza personalistica del narrato, sia di non oscurare la limpida volontà ludica legata al suo fare cinema, non riducendo mai il suo lavoro a un mero esorcismo. Scartato anche il baratro della carineria, che si spalanca a destra e a manca, Donzelli mette in scena personaggi vivi che si muovono in un lieve teatrino esistenziale, poetico quanto basta, aperto a una costante varietà di soluzioni rappresentative, che si manifesta anche nelle eclettiche scelte musicali (da Laurie Anderson a Vivaldi fino a Peter Von Pohel). Un film che si pregia, come il precedente della regista, il notevolissimo La reine des pommes (virato più su Rohmer, ma per stile, sfrontatezza e direzione artistica in totale linea con la sua opera seconda), di una scrittura matura che è il dato forse più rimarchevole dell’operazione.
La Francia cinematografica ha un altro autore su cui contare.

Luca Pacilio, www.spietati.it

 

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