Venerdì 1 aprile alle ore 21:30 – dopo l’esordio al Festival di Cannes – il bellissimo “PICCOLO CORPO” di Laura Samani arriva al Piccolo Cineclub Tirreno di Follonica per una imperdibile anteprima provinciale. Non perdetevi la presentazione in collegamento video della regista Laura Samani. Il film è distribuito nelle sale italiane da Nefertiti Film. E’ stato presentato in concorso alla 60. Semaine de la Critique del Festival di Cannes e poi al Toronto International Film Festival e al 37. Torino Film Festival, ha concluso il proprio percorso festivaliero nazionale come film di chiusura del Trieste Film Festival 2022. Vista l’importanza dell’evento è consigliata la prenotazione da effettuare chiamando il 339/3880312.

Venerdì 1 aprile alle ore 21:30 – dopo l’esordio al Festival di Cannes – avremo l’onore e il privilegio di proporre in anteprima provinciale al Piccolo Cineclub Tirreno di Follonica “PICCOLO CORPO” di Laura Samani con Celeste Cescutti e Ondina Quadri. Non perdetevi la presentazione in collegamento video della regista Laura Samani. Vista l’importanza dell’evento è consigliata la prenotazione da effettuare chiamando il 339/3880312.

Piccolo Corpo, lo straordinario debutto al lungometraggio di Laura Samani, è stato distribuito nelle sale italiane a partire dal 10 febbraio 2022 da Nefertiti Film. Presentato in concorso alla 60. Semaine de la Critique del Festival di Cannes e poi al Toronto International Film Festival e al 37. Torino Film Festival, ha concluso il proprio percorso festivaliero nazionale come film di chiusura del Trieste Film Festival 2022.

Il trailer del film: https://www.youtube.com/watch?v=1lv_1uM1eY0&ab_channel=NefertitiFilm

L’intervista alla regista: https://www.youtube.com/watch?v=D5q9NJHeo4M&ab_channel=CIAKMAG

Uno dei film italiani più importanti degli ultimi anni. Questione di sguardo. E lo sguardo, quello, non mente mai.

“Prima ancora che fosse annunciato alla Semaine de la critique di Cannes 2021, Piccolo corpo, esordio sulla lunga distanza di Laura Samani, era già uno dei titoli più attesi. Erano bastate poche immagini a convincere che il film si sarebbe rivelato, senza dubbio alcuno, come uno dei film italiani più importanti degli ultimi anni. Questione di sguardo. E lo sguardo, quello, non mente mai. Prodotto dalla Nefertiti di Nadia Trevisan e Alberto Fasulo (regista fra i più interessanti in attività), realtà entusiasmante del panorama produttivo nazionale, in grado di realizzare straordinarie sinergie lontane dal centro e, allo stesso tempo, creare una visione e un pensiero a esso alternativi, Piccolo corpo è la storia dell’elaborazione di un lutto. Agata (Celeste Cescutti, un nome da segnare) dà alla luce una bambina morta. Il sacerdote della sua piccola comunità di pescatori le fa capire che non può battezzarla e che quindi l’anima della neonata sarà destinata a vagare nel Limbo. Agata non accetta la condanna del prete e decide di portare il corpo della neonata in Val Dolais, un luogo situato fra le montagne del nord più estremo. Lì sorge una chiesa dove i bambini nati morti sono risvegliati, battezzati e così sottratti all’oblio del Limbo. Piccolo corpo letteralmente incanta lo sguardo con la sua solenne e aerea levità lunare. Laura Samani, con un tocco leggerissimo, evoca i numi tutelari del modernismo senza mai indulgere in alcuna leziosità formale o tentazione didascalica. E Ondina Quadri, nei panni di Lince, crea un personaggio memorabile.” Giona A. Nazzaro, FilmTV

«Nel 2016 scoprivo che a Trava, nel mio Friuli Venezia‐Giulia, esiste un santuario dove, fino alla fine del 19° secolo, avvenivano miracoli particolari: si diceva che lì si potessero riportare in vita i bambini nati morti, per il tempo di un respiro. Il miracolo del ritorno alla vita era necessario per battezzare i bambini, altrimenti destinati ad essere seppelliti nelle zone incolte, come si fa con i gatti. Senza battesimo non avrebbero mai avuto un nome e un’identità, la loro anima avrebbe errato eternamente nel Limbo. I santuari di questo tipo portano il nome di à répit, del respiro o della tregua, erano presenti in tutto l’arco alpino – solo la Francia ne contava quasi duecento – ed è impressionante come questi fatti siano pressoché sconosciuti, nonostante la dimensione del fenomeno. La storia di questi miracoli si è impigliata in qualche anfratto dentro di me ed è rimasta lì a chiedere attenzione.» (Laura Samani)

“Piccolo corpo, opera prima di Laura Samani, parla di miracoli (im)possibili. Il viaggio di Agata attraversa gli elementi e la materia: aria, terra, acqua e fuoco, ma anche legno, luce, pietra, neve, fumo, lana, latte. […] Pensi di meritarti questo miracolo?”, chiedono ad Agata. Ma il miracolo vero l’ha fatto Laura Samani, creando un mondo e un’eroina fatti di carne viva intenta a strappare la “carne della propria carne” dalla ineluttabilità della morte, immergendosi nella paura e nel dolore, scendendo in quell’oscurità che ha una sua straziante bellezza, se non è negata, se riconosce a se stessa il proprio nome.” Paola Casella, mymovies.it

Piccolo Corpo: lo straordinario film di Laura Samani ci parla di noi.

PICCOLO CORPO, LA TRAMA DEL FILM

La giovane regista triestina Laura Samani, classe 1989, con Piccolo Corpo confeziona un esordio emozionante ed elegante, in cui racconta la storia del viaggio di Agata (Celeste Cescutti), una madre che nel nord Italia di inizio Novecento perde sua figlia alla nascita.

La religione cattolica e la società rurale di quei tempi avrebbero condannato l’anima della piccola, non battezzata, a rimanere per sempre intrappolata nel Limbo, priva di un nome e di una identità. Ma dopo aver sentito parlare di un santuario in cui si dice che i bambini vengano riportati miracolosamente in vita per il tempo di un respiro, per essere battezzati e liberati dal peccato originale, Agata decide di abbandonare in segreto l’isola in cui vive e intraprendere un viaggio col piccolo corpo della figlia nascosto in una scatola. 

Lungo la strada verso le montagne del Nord, Agata incontrerà Lince (Ondina Quadri), un personaggio selvatico e dall’identità sfuggevole che si offrirà di accompagnarla e di aiutarla in cambio del contenuto della misteriosa scatola. 

IL DEBUTTO DI LAURA SAMANI È UN PICCOLO MIRACOLO PRODUTTIVO

Quello di Piccolo Corpo è un miracolo che non è solo diegetico, ma anche produttivo: con eleganza e apparente semplicità, Laura Samani dà vita ad un film godibile e intenso; una storia personale, quella di Agata, che assume tratti universali – senza presunzioni di alcun genere e senza arrogarsi il diritto di dare giudizi o risposte.

Piccolo Corpo si posiziona all’interno del nuovo cinema italiano come un’opera di respiro internazionale, capace di recuperare le tradizioni popolari nostrane e di trasformarle in pretesti per affrontare questioni senza tempo. Le paure, i desideri e la forza di Agata non possono che essere sue; ma facendosi veicolo di sentimenti che appartengono alle esperienze umane più comuni ed essenziali, come la vita e la morte, diviene lei stessa portatrice di emozioni universali in grado di abbattere le barriere dello spazio e del tempo e arrivare dritte al cuore del pubblico. 

“In un mondo del cinema italiano sempre più anodino Laura Samani ha il coraggio di lavorare e ragionare sul corpo, vivo e pulsante o cadavere che esso sia. Esibisce le secrezioni e la perdita di fluidi di una donna che ha partorito con sofferenza da pochi giorni, e non ha neanche timore di mostrare il corpicino della sua figlia senza nome, con un effetto speciale che probabilmente creerà molti problemi a una parte degli spettatori ma è in profondità la dimostrazione della coerenza espressiva della giovane cineasta. Cos’è infatti oggi il visibile? In un mondo che sta perdendo sempre più contatto con il materico non è forse uno dei compiti del cinema quello di far sopravvivere – anche ricorrendo a un “miracolo” tecnico – la necessità dello sguardo, unica reazione possibile forse alla deriva dell’oggi? Piccolo corpo non ha paura delle notti buie, non ha timore di affrontare un cunicolo dal quale nessuno è uscito vivo, e si arrischia con gran coraggio a sfidare il naturalismo, e la supposta oggettività del reale. Nelle profondità acquatiche, un attimo prima dell’assideramento, Samani sa ancora trovare il calore dell’umano che sopravvive nel sogno a ogni lutto. E lì, quasi occhieggiando all’onirismo di Vigo, ritrova la vita, e dunque il cinema.” Raffaele Meale, Quinlan.it

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