Venerdì 16 dicembre proietteremo – in anteprima provinciale – uno tra i film più belli della stagione cinematografica 2016, “Un padre, una figlia” di Christian Mungiu. Il film si è aggudicato il Premio della Regia all’ultimo Festival di Cannes

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UN PADRE, UNA FIGLIA
Premio Miglior regia al Festival di Cannes 2016.
Aldea Romeo, un medico che vive in una piccola città di montagna in Transilvania, ha cresciuto la figlia Eliza con l’idea che al compimento del diciottesimo anno di età lascerà la Romania per andare a studiare e a vivere all’estero. Il suo progetto sta per giungere a compimento: Eliza ha ottenuto una borsa di studio per studiare psicologia in Gran Bretagna. Le resta solo da superare l’esame di diploma degli studi superiori, una mera formalità per una studentessa modello come lei. Ma il giorno precedente la prima prova scritta degli esami […].

CRITICA

“Personaggi complessi, moralmente ambigui, in un bel ritratto, cinico e pessimista, di un paese. Applausi.” (A.S., , ‘Il Giornale’, 31 agosto 2016)

“Veterano di premi sulla Croisette, l’ancor giovane regista rumeno sembra non sbagliare un colpo anche quando decide di ammorbidire i toni narrativi e registici del suo cinema. È questa, infatti, la grande differenza dalle opere precedenti (‘4 mesi, 3 settimane, 2 giorni’ e ‘Oltre le colline’), che ricordiamo durissime e sconvolgenti. L’incisività tuttavia non muta e il coltello è inflitto nella piaga di una nazione percepita come corrotta, statica, invivibile. Dolente e corrosivo, il terzo lungometraggio di Mungiu si è meritato il premio alla regia a Cannes. Da non perdere.” (Anna Maria Pasetti, ‘Il Fatto Quotidiano’, 1 settembre 2016)

“Cristian Mungiu è di un’altra categoria. I cinefili modaloli si offenderanno (pazienza), ma il romeno è un regista pazzesco, con una solidità e una profondità che pochi possono eguagliare. Ha 48 anni e ha diretto solo quattro lungometraggi, più numerosi corti e un’intensa attività di produttore. Ma quando sceglie la storia, è come se prendesse un bisturi e dissezionasse il suo paese – la Romania post-Ceausescu – con la precisione e la crudeltà del grande artista. (…) Mungiu ha l’ampiezza di sguardo del grande romanziere e la semplicità di stile del grande regista.” (Alberto Crespi, ‘L’Unità’, 20 maggio 2016)

IL TRAILER DEL FILM

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