Venerdì 25 marzo – in prima visione a Follonica – “La felicità è un sistema complesso” di Gianni Zanasi con Valerio Mastandrea e Giuseppe Battiston

lafelicità

Enrico Giusti (Valerio Mastandrea) avvicina per lavoro dei dirigenti totalmente incompetenti e irresponsabili che rischiano ogni volta di mandare in rovina le imprese che gestiscono. Lui li frequenta, gli diventa amico e infine li convince ad andarsene evitando così il fallimento delle aziende e la conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro. E’ il lavoro più strano e utile che potesse inventarsi e non sbaglia un colpo, mai. Ma una mattina un’auto cade in un lago e tutto cambia. Filippo e Camilla, due fratelli di 18 e 13 anni, rimangono orfani di un’importante coppia di imprenditori. Enrico viene chiamato col compito di impedire che due adolescenti possano diventare i dirigenti di un gruppo industriale d’importanza nazionale. Dovrebbe essere il caso più facile, il coronamento di una carriera ma tutto si complica e l’arrivo inatteso della fidanzata straniera di suo fratello rende le cose ancora più difficili. In realtà sarà il caso che Enrico aspettava da tanto tempo, quello che cambierà tutto, per sempre.

“Nella più bella scena d’amore vista quest’anno i protagonisti non si baciano, anzi non si toccano e a dire il vero non toccano neppure le lenzuola, ma per scoprire come fanno bisogna vedere ‘La felicità è un sistema complesso’, il nuovo film di Gianni Zanasi (…). Uno di quei lavori imperfetti e toccanti, bizzarri e lontani da ogni moda, che richiedono un pizzico d’attenzione in più ma ripagano lo spettatore accompagnandolo per un pezzo dopo la visione. La storia in sé è abbastanza complicata, ma alla fine conta poco. Contano i sentimenti aggrovigliati (cioè autentici) che la accompagnano, e che il film dipana con l’ironica grazia già dimostrata da Zanasi in ‘Non pensarci’. (…) Su questa trama insieme limpida e bislacca, Zanasi e i suoi eccellenti attori (tra cui Giuseppe Battiston e Teco Celio, entrambi già in ‘Non pensarci’), allestiscono un sorridente e a tratti esilarante ‘mystery’ interiore fatto di figli senza padri e di buffoni senza più Re, in cui tutti prima o poi devono fare i conti con le bugie che raccontano a se stessi. Scena chiave: Mastandrea che si tuffa vestito in piscina per riconquistare l’attenzione dei padroni. Ma tutto il film è dominato da questo attore sempre più libero e sorprendente. Mentre Zanasi si conferma uno dei nostri pochi registi ancora capaci di raccontare con finezza i gruppi, le famiglie, le società.” (Fabio Ferzetti, ‘Il Messaggero’, 23 novembre 2015)

Protected with SiteGuarding.com Antivirus