Venerdì 28 ottobre – alle ore 21,30 – proietteremo, in anteprima nella provincia di Grosseto, la commedia grottesca “Ma Loute” di Bruno Dumont con Valeria Bruni Tedeschi, Fabrice Luchini e Juliette Binoche

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GENERE: Commedia grottesca
ANNO: 2016
REGIA: Bruno Dumont
ATTORI: Juliette Binoche, Valeria Bruni Tedeschi, Fabrice Luchini, Jean-Luc Vincent, Angélique Vergara
SCENEGGIATURA: Bruno Dumont
FOTOGRAFIA: Guillaume Deffontaines
PAESE: Germania, Francia
DURATA: 122 Min

TRAMA DEL FILM

Estate 1910. Diversi turisti scompaiono mentre si rilassano sulle splendide spiagge sulla costa della Manica. Gli ispettori Machin e Malfoy si occupano del caso e presto individuano come epicentro delle sparizioni la baia di Slack, un posto dove l’omonimo fiume e il mare si congiungono e che è spesso soggetto a maree. Nella zona vive una piccola comunità di pescatori e di allevatori di ostriche, come la famiglia Bréfort, che è composta da un numero cospicuo di figli, tra cui l’impetuoso diciottenne Ma Loute, ed è guidata dal padre, soprannominato “l’Eterno”. Al di sopra della baia, sorge inoltre la villa dei Van Peteghem, dove ogni estate gli un tempo ricchi padroni trascorrono le loro giornate. 

CRITICA

“Nel mondo di Ma Loute, che è quello della Côte d’Opale degli anni Dieci del Novecento, e che è un mondo tutto folle e scardinato, nato dalla fantasia irregolare di Bruno Dumont, ci sono due famiglie.
Da un lato i ricchi e aristocratici Van Peteghem, che hanno lì una villa in stile egiziano-tolemaico dove vanno a trascorrere le vacanze, e che sono tarati – nel corpo o nella mente – da anni di accoppiamenti tra consanguinei, “perché tra industriali si usa così”.
Dall’altro ci sono i ruvidi e famelici Brufort, un tempo pescatori, ora traghettatori – in braccio o in barca, dipende dalla marea – di ricchi borghesi in vacanza da un lato all’altro della baia, con un capofamiglia noto come “L’Eterno”, per i tanti salvataggi in mare di gente che pareva condannata a perire tra i flutti.
In mezzo, i due rampolli: l’estroversa Billie, ragazza che si veste da ragazzo (ma magari è vero il contrario), e il silenzioso Ma Loute, che s’innamorano. E, sempre in mezzo, o meglio di lato, un improbabilissimo investigatore obeso e il suo vice, che indagano su una serie di misteriose sparizioni avvenute nella zona.
Ringalluzzito dal successo dello straordinario P’tit Quinquin, Dumont ha voluto procedere sulla stessa strada: quella di un cinema che non ha paura della comicità più surreale e demenziale, dell’affresco coraledi un umanità che può essere splendida e mostruosa al tempo stesso, di personaggi talmente deviati e devianti, talmente improbabili, da risultare spesso irresistibili”
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