In esclusiva provinciale al Piccolo Cineclub Tirreno di Follonica, venerdì 3 marzo alle 21.30, proiezione del film Aquarius, presentato in concorso all’ultimo Festival di Cannes e osannato dalla critica di tutto il mondo.

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Aquarius segna il ritorno sul grande schermo di una straordinaria Sonia Braga, indimenticabile protagonista di Donna Flor e i suoi due maritie Il bacio della donna ragno, qui nei panni di Clara, una donna che rivendica la propria identità culturale, politica e sessuale e il diritto di essere libera in un film che ha i colori della contro-cultura e dell’emancipazione femminile.

Il mercato delle proprietà immobiliari in Brasile si è comportato in maniera vorace, bestiale, come gli squali al largo della spiaggia di fronte all’Aquarius, prima della grande recessione. Le case cadevano sotto il peso delle ruspe, mentre saliva altrettanto incessantemente il volume della corruzione nel Paese. Kleber Mendonça Filho racconta cosa significa avere una storia e non essere disposti a dimenticarla prima del tempo, perché è la propria storia che fa la differenza, la propria unicità (My Movies).

Uscito tra mille controversie in Brasile, Aquariusè stato accolto da un grande successo di pubblico, diventando un vero e proprio manifesto di libertà e resistenza.

*** Un film dalla ricchezza inesauribile (Le Monde) ** ** Un’opera immensa (Le Nouvel Observateur) ** ** Il film che ha fatto ballare, ridere e piangere la Croisette (Le Figaro) ** ** Meraviglioso e sorprendente (New York Times) ** ** Sonia Braga è una forza della natura (Screen International) ** ** Un magnifico ritratto di donna (The Guardian) ** ** Un grande film di rivolta (Libération)**

IL TRAILER DEL FILM


“Nella costante e globale penuria di parti e storie femminili anziane, una preziosa sorpresa: il brasiliano ‘Aquarius’, diretto dall’ex critico cinematografico Kleber Mendonça Filho e interpretato da Sonia Braga (…). Due ore e mezza appassionate, splendida colonna sonora, ‘tranche de vie’ senza sconti nel Brasile qui e ora, un ‘one woman show’ che non si dimentica: le donne, le migliori, si immedesimeranno, gli uomini si sostituirebbero volentieri, e a gratis, al gigolo della finzione, i cinefili tutti non mancheranno di plaudire, perché in quell”Aquarius’ sguazza la vita vera. Esemplare, empatico e speranzoso: tra le cose migliori sotto l’albero cinematografico, non perdetelo.” (Federico Pontiggia, ‘Il Fatto Quotidiano’, 29 dicembre 2016)

“(…) un film così profondamente ancorato alla realtà contemporanea, e non solo a quella brasiliana, che è difficile separarlo dal corpo della sua protagonista, una sconvolgente e a suo modo davvero regale Sonia Braga. (…) un grande romanzo in cui molti, speriamo, si riconosceranno. Anche se non hanno mai messo piede in Brasile.” (Fabio Ferzetti, ‘Il Messaggero’, 19 dicembre 2016)

“(…) ‘Aquarius’ è opera «fuoriclasse» connessa al proprio tempo e insieme antagonista nel modo di affrontarne le discrepanze e le tensioni reinventando una narrazione politica vitale e appassionata. Nella storia della protagonista, e nella sua tenace e solitaria resistenza contro i soprusi di corruzione e neoliberismo, si possono rintracciare le vicende legate all’attualità del Brasile (…), e forse si tratta di qualcosa in più che una «coincidenza» (…). Esprime cioè la natura di un cinema capace di guardare dentro ai dettagli, di precedere nelle sue intuizioni la realtà. (…) La scrittura del film (…) spiazza radicalmente la semplificazione sociologica mettendo al centro le esperienze della protagonista e la sua fisicità, un corpo sentimentale che il regista filma con amore, e la sua lotta diviene anche una sfida allo stereotipo femminile dell’età. (…) la metafora, fin troppo limpida, si sorprende nella sua attuazione, sfugge alla drammaturga, prende direzioni inattese che respirano del tempo e dell’andamento della vita, dei suoi languori e delle sue rotture improvvise. E nell’alternanza tra dettagli intimi e macrocosmo, il «dentro» e il «fuori» compongono la scintilla di un immaginario che riesce ancora a reinventare il mondo.” (Cristina Piccino, ‘Il Manifesto’, 15 dicembre 2016)

 

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