Serata evento venerdì 18 novembre al Piccolo Cineclub Tirreno. Sarà nostro ospite lo sceneggiatore del film, Filippo Gravino. Proietteremo – in prima visione a Follonica – “Fiore” di Claudio Giovannesi con Daphne Scoccia, Josciua Algeri e Valerio Mastandrea. Il film è stato presentato al Festival di Cannes 2016 riscuotendo un grande successo di critica e pubblico.

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Serata evento venerdì 18 novembre al Piccolo cineclub Tirreno. Sarà nostro ospite lo sceneggiatore del film, Filippo Gravino (quest’anno autore anche del lungometraggio “Veloce come il vento” di Matteo Rovere).Proietteremo – in prima visione a Follonica – “Fiore” di Claudio Giovannesi con Daphne Scoccia, Josciua Algeri e Valerio Mastandrea. Il film è stato presentato al Festival di Cannes 2016 riscuotendo un grande successo di critica e pubblico.
Trama:
Carcere minorile. Daphne, detenuta per rapina, si innamora di Josh, anche lui giovane rapinatore. In carcere i maschi e le femmine non si possono incontrare e l’amore è vietato: la relazione di Daphne e Josh vive solo di sguardi da una cella all’altra, brevi conversazioni attraverso le sbarre e lettere clandestine. Il carcere non è più solo privazione della libertà ma diventa anche mancanza d’amore. Racconto del desiderio d’amore di una ragazza adolescente e della forza di un sentimento che infrange ogni legge.


“Interpreti straordinari ma non professionisti (tre le poche eccezioni Valerio Mastandrea, il padre di Dafne). Lunga inchiesta pre sceneggiatura, scritta a molte mani perché il verismo non esclude invenzioni e trovate. Massimo rigore per tutto ciò che riguarda la vita dietro le sbarre – lavori, stratagemmi, scambi di favori, sorveglianza, rapporti con l’esterno, affettività esasperata – dunque massima intensità ai sentimenti. Compreso quel misto di feroce rivalità e solidarietà totale che è tipico del carcere. (…) Giovannesi non cerca la metafora, non ne ha bisogno. Preferisce portarci per 112 minuti nella testa e nel cuore di Dafne (la sbalorditiva Dafne Scoccia), ovvero farci condividere il suo istintivo senso di assoluto, con inquadrature affilate come rasoi. Così ogni cosa prende un valore nuovo, inaudito. (…) Un grande risultato ottenuto con mezzi semplici.” (Fabio Ferzetti, ‘Il Messaggero’, 18 maggio 2016)

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