Venerdì 29 novembre alle 21.30 imperdibile anteprima provinciale. In programma il film vincitore del Gran Premio della Giuria all’ultimo festival di Venezia. Il grande regista palermitano Franco Maresco ci introdurrà alla visione del film con una videopresentazione.

 

Vincitore del Gran Premio della Giuria all’ultimo festival di Venezia. Il grande regista palermitano Franco Maresco ci introdurrà alla visione del film con una videopresentazione.

➽ “La mafia non è più quella di una volta” è un’esperienza che tocca la passione per il cinema e quella civile, senza smettere di far ridere.
Risate a raffica in sala, ma a denti stretti: l’ultimo italiano in concorso a Venezia è Franco Maresco, per autodefinizione il più marginale, periferico e fuori-sistema dei nostri autori, che finalmente – dopo molte ‘ospitate’ nelle sezioni collaterali – la Mostra ha il fegato di piazzare in gara. “La Mafia non è più quella di una volta” altro non è che l’ultimo approdo dell’ironia dissacrante che partorì trent’anni fa “Cinico tv”, firmata dal regista palermitano insieme a Daniele Ciprì. Dopo la Rai3 di allora, Maresco non ha più avuto accesso alle Reti di Stato. […] Teresa Marchesi, Huffington Post.
➽ Perché la mafia non è più quella di una volta? Perché oggi anche la mafia è un brand. Una griffe, una “firma” sul mercato. E brand devono così apparire Falcone e Borsellino, stampati su t-shirt e festoni, su fogli e teli. La contraddizione che Maresco mette in scena come nessuno quindi risuona: lo Stato, che a propria volta riproduce l’icona “Falcone e Borsellino” facendola circolare come “firma” della legalità, partecipa del brand? (…) Tutti i personaggi del film, dall’indomabile testimone/fotografa Letizia Battaglia all’inossidabile imprenditore di feste di piazza Ciccio Mira, sono le figure di una società civile sperduta nel labirinto capitalistico del brand. Dove verità e menzogna, buona e cattiva fede, si sciolgono e si confondono l’una nell’altra. (…) E a proposito di brand, è assolutamente giusto e importante, come ‘La mafia non è più quella di una volta’ sia distribuito dall’Istituto Luce di Roberto Cicutto, perché, oltre al riconoscimento artistico veneziano, se c’è un film civile e di servizio, ebbene eccolo qui, lo è proprio quest’ultimo grande film, ideato e diretto da Franco Maresco. (Flavio De Bernardinis, repubblica.it)

Il trailer del film:

➽ Nel 2017, a 25 anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio, Franco Maresco decide di realizzare un nuovo film. Per farlo, trova impulso in un suo recente lavoro dedicato a Letizia Battaglia, la fotografa ottantenne che con i suoi scatti ha raccontato le guerre di mafia, definita dal New York Times una delle “undici donne che hanno segnato il nostro tempo”. A Letizia, Maresco sente il bisogno di affiancare una figura proveniente dall’altra parte della barricata: Ciccio Mira, già protagonista nel 2014 di Belluscone. Una storia siciliana. “Mitico” organizzatore di feste di piazza, nei pochi anni che separano i due film Mira sembra cambiato, forse cerca un riscatto, come uomo e come manager, al punto da organizzare un singolare evento allo Zen di Palermo, “I neomelodici per Falcone e Borsellino”. Eppure le sue parole tradiscono ancora una certa nostalgia per “la mafia di una volta”. Intanto, visitando le celebrazioni dei martiri dell’antimafia, il disincanto di Maresco si confronta con la passione di Battaglia.

➽ «Nel film precedente, Belluscone, raccontavo i giovani sottoproletari che intendevano la parola “carabiniere” come un insulto. Oggi non c’è nemmeno più questo problema. E non perché sia penetrata chissà quale cultura della legalità. I ragazzi ti rispondono: “Mi piacerebbe fare il killer, ma se non posso, anche il carabiniere va bene”. Tanto sono comunque eroi da fiction, di un super-Blob. (Franco Maresco)

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